Teatro

Inferno inaugura Umbria in danza

Inferno inaugura Umbria in danza

Sarà lo spettacolo di danza e teatro acrobatico Inferno a inaugurare giovedì 5 febbraio, alle 21, la Rassegna Umbria in danza al Teatro Verdi di Terni.

Un nuovo e sorprendente progetto teatrale firmato Emiliano Pellisari, lo straordinario ideatore di spettacoli di successo come Daimon, Nogravity e Comix.

Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dai più famosi canti danteschi. Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Un incredibile spettacolo volante che sfida le leggi della fisica, dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza, l’atletica circense e la mimica, dove immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti come in un quadro di Bösch.

Gennaro Guadagnolo, Annalisa Ammendola, Letizia Caruba, Mariana Porceddu, Giulia Consoli e Sebastiano Lo Casto ci accompagnano in questo stupefacente viaggio nel mondo degli inferi, in uno spazio teatrale che offre una nuova dimensione: quella del sogno. Dante attraversa la porta infernale formata dai corpi dei dannati e si trova in un nuovo mondo dove le anime nuotano nel limbo creando figure simboliche, camminando sui muri e saltando sui soffitti. Il vento porta a noi le anime dolci e struggenti di Paolo e Francesca i cui corpi si animano nell’aria, sciolti dai vincoli della gravità. In questo mondo, dove il sopra e il sotto, l’alto e il basso sono aboliti, Minosse, sospeso a testa in giù, giudica i dannati mentre i diavoli volteggiano.

La strada dell’inferno è un percorso ad ostacoli: Dante deve superare ponti rotti, aspre montagne e troverà l’aiuto inatteso del gigante Nimrod per l’ultimo grande sforzo. In fondo all’Inferno un gelido lago ghiacciato racchiude i corpi di cui si intravedono braccia, gambe o solo teste che formano un solo unico puzzle metamorfico. Alla fine del viaggio Dante e Virgilio ascendono per una scala vivente fino a vedere la luce: una grande stella pulsante formata dal corpo dei danzatori sospesi nell’aria illumina l’ultima scena.